Zehra Doğan fa giornali e disegna col suo sangue

Zehra Doğan fa giornali e disegna col suo sangue

Zehra Doğan pubblica giornali e disegna col suo sangue in un duplice senso. 1) Quando è stata in carcere ha usato il suo sagnue mestruale come colore per dipingere. 2) Mette a rischio la sua vita.

Riprendono le mostre, finalmente, e andare a vederne una è stata la prima cosa che ho fatto con il ritorno alle zone gialle. Il primo giorno in cui il Pac ha riaperto ai visitatori sono andata a vedere Zehra Doğan, Il tempo delle Farfalle

Zehra Doğan è un’artista, giornalista e attivista curda. Nel 2016 è stata arrestata e condannata a due anni e dieci mesi di carcere per aver pubblicato su Twitter un disegno che raccontava la distruzione della città turca di Nusaybin abitata in prevalenza da curdi e vicina alla Siria. 

Le opere esposte al Padiglione di Arte Contemporanea per la serie Project Room sono frutto di quegli anni di prigionia. 

Zehra Doğan ha dipinto con tutto: biro, the, henne, sangue di uccello, sangue mestruale. Dipingeva usando quello che aveva a disposizione e attingendo ai sogni. 

Le opere di Zehra Doğan dal carcere

“Quando non hai più immagini da cui partire, perché non vedi il fuori, non hai libri, non hai riviste, non hai accesso a nessun paesaggio se non il muro, i sogni diventano un patrimonio essenziale a cui attingere”. 

Le parole dell’artista posta sopra a una finestra della stanza dove sono rappresentate le sue immagini oniriche dicono tutto quello che l’artista ha vissuto dentro al carnere e dentro se stessa: nella mente, nel corpo e fuori attraverso gli oggetti di recupero che ha dovuto usare come supporti: camicie, asciugamani, carte di pacchetti di sigarette. 

Zehra Doğan, nata nel 1989 è una voce non solo come artista, ma anche come giornalista: ha fondato l’agenzia stampa Jinha, gestita tutta al femminile e chiusa dal governo turco nel 2016 dopo il colpo di stato militare che voleva rovesciare il governo di Erdogan in Turchia. In carcere ha poi fondato il quotidiano Özgür Gündem Zindan (Free Agenda Dungeon). 

“L’arte è il miglior strumento per la lotta”.

      Zehra Doğan

  Ma io aggiungere nel suo caso che anche il giornalismo è uno strumento di lotta. Il triangolo Arte, Giornalismo, Attivismo si fonde nelle opere e nella vita di Zehra Doğan. Una sola stanza racconta il suo percorso, ma basta per esserne completamente impressi. A proposito di giornalismo, Raising barriers, un lavoro di visual journalism merita di essere visto.

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