Il potere di credere in te, ovvero l’arte segreta dell’autostima. L’ennesimo libro? In un certo senso sì. La quantità di libri scritti è così vasta da far perdere, per paradosso, l’interesse sull’argomento. Ma Il potere di credere in te di Curro Cañete (Vallardi editore) ha una spinta positiva e una quantità di esercizi validissimi che rende il libro utile.
Per chi non ci crede è difficile che piaccia il punto di partenza di Cañete, ovvero, che la felicità e il successo dipendono da te.
Per semplificare, per capire perché dalle azioni individuali dipende la felicità, serve prendere dalla Psicologia Positiva la distinzione utile tra due tipi diversi di felicità.
La felicità edonica: quella causata da qualcosa di inatteso, bello che ci capita e che ci inietta una sensazione di benessere elevato, che condesiamo nell’espressione “toccare il cielo con un dito”. E che può non dipendere da noi, o che arriva all’improvviso. E così come è arrivata, a un certo punto, se ne va.
La felicità eudaimonica: quella che si costruisce giorno dopo giorno attraverso abitudini che ci fanno stare bene. È più vicina alla serenità, alla consapevolezza.
Parlare di felicità non è una deviazione dall’argomento principale: l’autostima. Perché sono collegate.
Che cos’è l’autostima
L’aspetto positivo dell’autostima è che se ne hai poca puoi costruirla, il brutto è che se ce l’hai puoi anche rischiare che si indebolisca, se non viene alimentata, rinforzata. Perché l’autostima, la valutazione e l’approvazione di sé stessi e degli altri, si può allenare.
Cosa dice Cañete
Da giornalista di Vanity Fair, Curro Cañete è diventato coach e scrittore seguendo il suo interesse verso le emozioni. Tra i libri di maggior successo, Il potere di credere in te, è più di un manuale che stimola la crescita personale.
“Ti basta camminare per un’ora al giorno per farti il più grande dei regali, perché rinforza il cuore, pulisce le arterie e tonifica il cervello”.
“Quando le persone esprimono giudizi, in realtà stanno parlando di loro stesse, della loro situazione di vita, della loro cultura, delle loro credenze e del loro modo di vedere il mondo”.
“Ogni volta che drammatizzi, rinunci al tuo poderoso status di persona adulta per trasformarsi in un bambino immaturo e piagnucolone, senza prospettive, che non ha imparato che niente è così grave”.
“Cosa faresti se avessi la certezza interiore del fatto che ti farai strada nella vita e avrai successo? Quando credi in te, scopri che non esiste nulla di irrealizzabile”.
“Molte persone mi dicono: ‘Non posso’, invece possono. Tu puoi. L’unica cosa che devi fare è crederci”.
Gli esercizi che mi sono piaciuti
Il potere di credere in te è interessante perché ha tantissimi spunti ed esercizi che spingono a provare contro qualsiasi livello di pigrizia.
Alcuni esercizi li ho già sperimentati come la visualizzazione: non è altro che immaginare una situazione così come vorremmo che fosse, con più dettagli possibili. Scrivendola aiutiamo la nostra mente a visualizzarla in maniera più concreta, come se fosse scritta in bold nella mente.
È risaputo che l’atteggiamento positivo aiuta a raggiungere i propri obiettivi. Non uno stato di ottimismo forzato, ma uno stato d’animo aperto e ben disposto. Per raggiungere un pensiero positivo che è alla base di un sentimento positivo, a sua volta fattore necessario per agire concretamente, bisogna predisporre il proprio animo. E in che modo? Pensando, facendo, vivendo cose che ci piacciono e che ci fanno stare bene.
Scrivi un elenco il più a lungo possibile di cose che ti aiutano a cambiare il tuo stato emotivo allontanando il cattivo umore o le emozioni che inducono ansia.
“Approfitta del primo mattino per concentrarti sulle cose positive, svolgere gli esercizi di affermazione e gratitudine, pianificare la giornata”.
Cosa ho realizzato nella vita
Questo esercizio mi ricorda il senso di I’m remarkeble di Google: mettere in luce le cose che abbiamo fatto a cui spesso non diamo il giusto valore. Cañete invita a riflettere sui successi avuti nella vita e di fare una lista: dall’aver imparato a nuotare all’aver fatto un viaggio in solitaria. Tutte attività che hanno richiesto grandi risorse e di cui in questo modo ne diventiamo consapevoli.
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