La realtà virtuale, il documentario da Visioni in VR

La realtà virtuale, il documentario da Visioni in VR

Il Festival del documentario di Milano, Visioni dal Mondo, compie nove anni. Ne compie appena due la sezione del concorso dedicata al documentario in realtà virtuale, Visioni in VR. Una rassegna ancora giovane che promette di essere longeva perché la realtà virtuale, pur con i grandi risultati raggiunti, è ancora tutta da scoprire. Soprattutto nell’ambito del documentario.

Il concorso per documentari in VR

Visioni in VR è una piccola e preziosa sezione che si tiene al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, nata da una costola del più grande Festival del documentario Visioni dal Mondo da tre anni diretto da Maurizio Nichetti. L’intuizione di dare spazio al documentario VR nasce dall’incontro con il Museo Vinciano che da sempre promuove le nuove tecnologie e il VR prima di tutto. L’aspetto per me più sorprendente dell’essere stata parte della giuria è stato pensare a come questa tecnologia possa essere sdoganata e usata in modo più massiccio per diffondere un cinema e un’informazione che è prima di tutto un’esperienza. Lo sguardo chiuso dentro il visore trasporta la mente in una dimensione altra dal luogo in cui sei: attraverso la percezione dello spazio porta il corpo in un mondo nuovo, sconosciuto. In una storia non ancora vissuta dove lo sguardo è una porta che amplifica le percezioni corporee. E c’è la sorpresa e la scoperta di essere guidati dal regista in un racconto in cui sei dentro (quasi) da protagonista. Con il VR lo spettatore partecipa, benché il punto di vista sia deciso da qualcun altro, con un coinvolgimento completo di mente e sensi. Magari ci abitueremo a quell’immersione nell’immagine che permette di vivere il visore, ma sarà sempre una sorta di meraviglia. Man mano che la tecnologia rende tutto più “reale” intorno a noi, quell’effetto non potrà che crescere.

I 6 documentari di Visioni in VR

21-22 China, durata 24’, regia di Thierry Loa. E’ stato realizzato interamente con i droni e suscita un profondo senso di meraviglia perché fa letteralmente volare sul paesaggio cinese, e scoprire accanto a una natura florida un’urbanizzazione che rischia di mangiarsi luoghi incontaminati.

Affiorare, durata 20’, è un racconto in VR della vita di alcune mamme detenute e dei loro figli. Prodotto in Italia per la regia di Rossella Schillaci è un documentario sperimentale che affronta con lo sguardo di una fiaba la difficile storia dei bambini che vivono con le loro mamme nelle carceri italiane, sperando presto di cambiare la loro “casa”.

Italian Baba, durata 20’, produzione italiana con la doppia regia di Omar Rashid ed Elio Germano. È un viaggio intimo e personale che viene condiviso. Attraverso il visore lo spettatore segue i passi del viaggiatore non solo lungo i paesaggi dell’India, ma anche attraverso le parole del testo di Folco Terzani “A piedi nudi sulla terra” recitate da Elio Germano. Il testo che si aggiunge all’immagine avvolge e introduce senza via di scampo a una dimensione spirituale che quasi “sovrappone” lo spettatore al Baba italo-indiano.

JFK Memento, prodotto dalla Francia e dagli Stati è il documentario che più di tutti mi ha portata a immaginare al futuro di questo genere. La ricostruzione di un evento tante volte raccontato diventa una inedita visione che fa fare davvero un viaggio nel tempo e nello spazio portando lo spettatore tra la folla di quel 22 novembre 1963 nelle strade di Dallas. Attraverso le foto ricostruite in 3D ci sentiamo parte del corteo che assiste alla manifestazione e infine agli eventi che hanno cambiato il mondo. La regia è di Chloé Rochereuil, della durata di 16’, il documentario è stato prodotto in collaborazione con il Sixth Floor Museum di Dallas e il supporto di Meta Immersive Learning.

The Man Who Couldn’t Leave, documentario tawianese diretto da Singing Chen è il vincitore della sezione Visioni in VR 2023. La capacità del regista è stata quella di ricostruire la detenzione di alcuni detenuti nell’ex prigione di Green Island negli anni ’50 restituendoci il senso di claustrofobia e assenza di libertà vissuta dai protagonisti. Questo senso pervade dalla prima all’ultima scena, dalla prima all’ultima parola del detenuto politico A-kuen che racconta la propria storia di prigionia e di chi da quel luogo non è mai più uscito.

Wilderness AR, Germania, durata 35’ è un documentario diverso dai precedenti. Si tratta di un’esperienza in realtà aumentata che, con un intendo pedagogico, permette allo spettatore di vivere la natura attivando tutti i sensi e offrendo una nuova conoscenza del nostro eco-sistema.

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