Guccio Gucci e quell’inossidabile legame di Gucci con l’equitazione

Chi segue Gucci da tempo ricorderà la campagna della primavera estate 2020 “Of course a horse” nella quale il brand umanizzava con ironia i cavalli. Nella campagna ambientata a Los Angeles persone e cavalli vivono una relazione naturale in cui il cavallo è parte della quotidianità: cammina per le strade accanto alle auto, nuota in piscina, prende il té. In fondo, non è del tutto lontano dalla verità di chi ha un cavallo: il rapporto con il proprio animale è fatto di gesti quotidiani, non ha nulla di straordinario e quel portare all’estremo il cavallo nelle nostre vite è solo una manifestazione un po’ più fantasiosa della realtà.

I cavalli come “l’Aria” per Gucci


L’anno seguente, 2021, Gucci celebrò i 100 anni con una collezione piena di simboli equestri perché ispirata alle origini del brand. La rivisitazione dello stile amazzone presentata dall’allora direttore creativo Alessandro Michele portava in passerella modelle con cap, frustini, stivali, giacche da competizione, filetti al posto delle borse. In una sfilata battezzata Aria.


Se è vero che molti brand di moda hanno un legame con l’equitazione, questo è ancora più vero per Gucci. Il fondatore, Guccio Gucci, dopo aver lavorato come addetto agli ascensori del Savoy Hotel di Londra, tornò nella sua città, Firenze, per aprire un negozio di pelletteria artigianale e di lusso, ispirata proprio alle valigie dei ricchi ospiti del Savoy londinese. Oltre alla valigeria si può quasi dire che il negozio di Gucci era una lussuosa selleria per i cavalieri che acquistavano da lui accessori in pelle, guanti, stivali e borse.

Le origini di Guccio Gucci e simboli dell’equitazione


Insomma, Guccio Gucci da quando nel 1921 intraprese l’avventura imprenditoriale respirò aria equestre e non poteva non omaggiarla con alcuni simboli come il morsetto che ritroviamo ancora oggi sugli accessori. Tanto da diventarne un elemento iconico e riconoscibile.


Oltre al morsetto, anche l’altro elemento iconico è il nastro verde rosso e verde ispirato al sottopancia che si usa nella monta dei cavalli. Il legame di Gucci con i cavalli non si è mai sciolto nel tempo. Non solo perché questi simboli non sono mai venuti meno, anzi, fanno parte dell’immaginario e dell’Heritage di Gucci. Negli anni sono state create delle intere collezioni sportive come quella disegnata da Frida Giannini per il 90 anni della maison. La collezione per eleganti amazzoni ebbe come testimonial Charlotte Casiraghi.
Charlotte la indossò durante le competizioni del Global Champions Tour 2011. A ispirare la collezione fu la coccarda del Gucci Trophy, un riconoscimento che Gucci dava negli anni ’80 ai migliori cavalieri in collaborazione con la FEi, la Federazione Equestre Internazionale.


Dopo il debutto di Sabato De Sarno alla Milano Fashion Week Spring Summer 2024 ci aspettiamo che, con il tempo, un altro designer sia ispirato dall’indissolubile legame di Gucci con il mondo equestre. E ci regali altrettante – emozionanti – collezioni.

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