Essere numeri 2 e outsider come Jannik Sinner

Tra tutti gli sportivi che ho analizzato nella mia apologia del numero 2, i tennisti mi hanno sempre dato grandi storie. Nel libro, Secondo a Chi? Trovare il proprio posto nel mondo, descrivo come le sorelle Williams si siano alternate nella classifica professionale e familiare tra prima e seconda. E di come Matteo Berrettini sia stato il primo italiano a disputare la finale di Wimbledon nel 2021 arrivando, però, secondo. 

Un anno fa non ho parlato di Jannik Sinner perché lui, numero 2, è arrivato ad esserlo il 31 marzo 2024, giorno di Pasqua. Il due, in realtà, è un numero che in questo momento è parte della vita di Sinner: 22 anni, 2° nel ranking ATP, ha vinto 21 partite su 22 disputate nel 2024 con, attualmente, 212 vittorie ATP. 

Come sempre quelle delle classifiche sono posizioni in continuo cambiamento, nulla è fisso e ci si aspetta (si spera) che Sinner da quel secondo posto nel mondo, riparta per arrivare primo. Perché il due è sempre un numero dal quale ripartire, non è mai un traguardo fisso e permanente. È un trampolino per fare meglio, uno slancio che il numero 1 non permette di fare. Oltre si può solo retrocedere. E chi arriva alla prima posizione sa che dovrà solo tenerla il più a lungo possibile, ma che non potrà superare l’indidualità del primo posto. 

Jannik Sinner l’outsider

Che cosa ha reso Sinner così popolare? Il suo essere outsider rispetto ai colleghi e ai suoi coetanei. La narrazione che si fa di lui è di un ragazzo semplice, con una volontà d’acciaio e una disciplina altrettanto ferrea. Un ragazzo “senza grilli per la testa”, solo serate tranquille, tanto lavoro, una famiglia solida alle spalle, allenatori che gli hanno fornito gli strumenti mentali per affrontare le più grandi sfide: ovvero giocare con chi è considerato migliore di lui, senza subire paragoni. 

Come ogni numero due, Sinner ha in sé il seme dell’outsider, il che significa riconoscere la propria unicità portandola sul campo da tennis, così come sul palcoscenico della ribalta, dove ha scelto di essere il tennista schivo, che mostra poco la sua vita privata e che parla ancora meno. Rinuncia al palco di Sanremo, ma lascia che di lui personaggi e politici ne parlino, non curandosi dei giudizi. 

“L’outsider – scrivo nel mio libro – è chi accetta di essere se stesso vivendo questa condizione con l’assoluta evidenza di essere una persona nel giusto ordine delle cose”. Solo così un numero due è felice di esserlo. Solo così, un numero due può diventare uno, e un primo tornare secondo. Senza che questa danza faccia sentire perdenti. 

Jannik Sinner, l’outsider numero due del tennis mondiale non è ancora una certezza, perché al podio manca la vetta, ma è una promessa che, per il tennis italiano, ha già l’aria di leggenda. 

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