Nieman Journalism Lab (laboratorio giornalistico di Harvad) per fine anno ha stilato un report sul giornalismo del futuro, quello che affronteremo nel 2022.
Potete leggerlo per intero qui Prediction for Journalism 2022
Gli sviluppi e le battaglie del giornalismo che verrà sono sì sfide, ma mettono anche a dura prova il sistema esistente che in molti casi arranca. Ne ho scelte alcune qui, tutte però meriterebbero un approfondimento per capirle meglio. Magari nel 2022.
Il giornalismo del 2022 deve vincere sull’infodemia
Una delle battaglie più difficili del mondo dell’informazione è capire, affrontare ed arginare l’eccessiva produzione di notizie che confonde il lettore e che troppo spesso include notizie false, non verificate e forvianti. Un fenomeno esploso con la pandemia e che come la pandemia non si riesce ancora ad arginare. La più evidente conseguenze della indofemia è il diffondersi di teorie cospirazioniste alla QAnon. Secondo Simon Allison, co-fondatore e direttore di The Confindent, il giornalismo deve selezionare, verificare e ridurre il rumore delle notizie scegliendo un percorso pulito e utile al lettore. In questo senso, un buon lavoro continuano a farlo i quotidiani cartacei, per nulla obsoleti da questo punto di vista. Il rischio, infatti, di dare al lettore un percorso di lettura confuso e senza fine è proprio del web, ed è una delle sfide che il giornalismo deve vincere.
La preziosa ma delicata scelta dell’abbonamento
Secondo Christina Shih, vicepresidente senior dello sviluppo del business al News Revenue Hub, una sfida del giornalismo per il 2022 è l’abbonamento. Una sfida, per la verità, che dura da molto tempo ed è altrettanto delicata. Nel 2021 gli abbonamenti hanno subito un rallentamento dopo l’exploit del 2020 dovuto alla pandemia. L’unica scelta che rimane è far capire al lettore quanto sia complesso creare informazione di qualità. “Vi svelo un segreto: il singolo consiglio che do, di volta in volta, è quello di chiedere semplicemente il sostegno dei lettori”, dice Shih. “So che non è così facile come sembra. Ci vuole coraggio, vulnerabilità e un po’ di educazione per aiutare i lettori a capire il vero costo della produzione del giornalismo di servizio pubblico”.
I fondi avvoltoi per le tv locali
Questa è una sfida americana, ma molto interessante. Qualche settimana fa, Internazionale ne ha scritto un reportage dal titolo eloquente “Chi sta uccidendo i giornali”, spiegando come negli Stati Uniti, fondi speculativi stiano acquisendo i giornali per farne profitti, distruggendo le redazioni (e anche la loro anima). La stessa cosa pare stia succedendo con le tv locali, secondo quanto raccontato da Don Day è il fondatore ed editore di BoiseDev.com. a Niemanlab. La situazione in Italia è ben diversa, ma le tv locali non se la passano certo bene. In realtà è la tv tradizionale in grande affanno pubblicitario rispetto alla crescita della connected tv.
Il paywall non salverà il giornalismo
Forse non sarà il 2022, ma l’evoluzione riguarderà senz’altro anche il prossimo anno. Parliamo di un modo nuovo e diverso di fruire dell’informazione a cui uno dei sistemi di finanziamento per i giornali, il paywall, non saprà rispondere. Nei prossimi anni le news arriveranno alle persone non più su uno schermo ma su device diversi, indossati. Già oggi molte delle ricerche su Google sono vocali e lo stesso Google sta lavorando a una lista di risposte che non siano link. Secondo Sam Guzik che guida la strategia di prodotto per la WNYC, la vera sfida riguarda le abitudini delle persone a cercare informazioni attraverso nuovi dispositivi senza schermo. Come si dovranno adattare le redazioni a questa nuova realtà? Il 2022 potrebbe essere l’anno in cui i giornali cominciano a pensare a come rispondere a questa nuova esigenza, sviluppando nuovi prodotti e creando nuove partnership.
E a proposito di giornalismo...
Che giornalismo è quello finanziato dai giganti dell’hi-tech?
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